I Costumi
"Collocare da un punto di vista storico del costume il periodo della Mea non è semplice. Il 1380 si trova a cavallo tra il tardo gotico ed il primo periodo del rinascimento italiano, siamo quindi in presenza di una transizione tra due stili completamente diversi, considerando che Bibbiena non si colloca geograficamente lungo le principali vie di commercio tra le grandi città italiane e che non risente immediatamente delle nuove correnti di pensiero mi sembra logico pensare che anche nell'ambito del costume conservi ancora le caratteristiche del periodo più tardo. Per quanto riguarda i tessuti dobbiamo dire che la tessitura raggiunge nell'alto medioevo una grande perfezione e che è Firenze ad essere in Europa all'avanguardia nella fabbricazione dei tessuti più fini. I mercanti fiorentini, attraverso la loro potente corporazione, costituitasi per il commercio internazionale dei panni di lana, acquistano stoffe all'estero, particolarmente in Francia, per sottoporle a particolari rifiniture (Arte di Calimala). L'industria del lino è pure fiorente e si va diffondendo l'industria del cotone. Lucca, Firenze e Bologna si contendono il primato nella lavorazione della seta. Velluti finissimi vengono fabbricati sopratutto in Liguria a Zoagli se ne tramanda tutt'oggi la tradizione. Pure le industrie della concia e della pellicceria assumono uno sviluppo considerevole. Nascono anche molti laboratori specializzati nella creazione di galloni ricamati con cui si ornavano quasi tutte le vesti sia femminili che maschili. Nel secolo XIV il costume gotico in Italia presenta linee più armoniose e aggraziate dovute al buon gusto italiano che fin dall'inizio giudica troppo stravaganti le ardite fogge d'Oltralpe. All'interno di questo quadro generale i nostri costumi conservano caratteristiche tardo gotiche; sia gli sbandieratori che i musici posseggono una camicia di pulizia di garza di cotone goffrata grezza bicolore indossata a pelle sopra la caratteristica tunica maschile detta jaquette o farsetto, la cui lunghezza poteva variare da molto lungo a sopra il ginocchio (vedi gli sbandieratori) a seconda dei gusti o delle esigenze personali. Generalizzato era l'uso delle calze-brache erano spesso di diverso colore una dall'altra e, per quanto riguarda le stoffe erano realizzate per i nobili in seta per il popolo con tessuti di minor pregio vedi lane o cotoni. Erano in uso anche mantelli, a volte lunghi a tal punto da nascondere completamente la persona questi li ritroviamo nei nostri musici, che per ovvie esigenze tecniche, li indossano sfuggenti sulle spalle che ricadono tutti sul dietro. Anche questi sono bicolori, rosso e bianco, secondo le fogge dell'epoca con lo stemma centrale ricamato in oro. Diversamente, sempre per ragioni di comodità, gli sbandieratori indossano sul farsetto, molto corto e con il bordo inferiore dentellato, un altro elemento tipico dell'epoca un cappuccio, pure dentellato, che terminava con una lunga punta ricadente sulle spalle unito ad una corta pellegrina, una sorta di corto mantello che proteggeva la testa fino a coprire le orecchie. Completa il tutto la cintura in cuoio nero, abbinata allo stivale alto fin sotto il ginocchio, con appeso il caratteristico sacchetto portamonete detto aumonière. Per i musici sono stati realizzati anche dei copricapi tipici dell'epoca del genere Robin Hood con la cupola un po' più alta ed una lunga visiera decorati con due lunghe penne di fagiano, anche questi realizzati con tre colori alternati rosso, bianco e nero presentano lo stemma degli sbandieratori ricamato sul lato sinistro. Particolarmente curato è l'aspetto decorativo dei nostri costumi, essendo le linee molto semplici, sempre seguendo il gusto ed canoni iconografici dell'epoca, sono state realizzati nei farsetti, nel lato rosso, delle venature in cordone oro a forma di piccoli rombi, nel lato bianco delle diagonali in nastro rosso con bordo oro, proprio per richiamare quel gusto decorativo di cui parlavo precedentemente.Tutti i costumi sono stati realizzati interamente con preziosi velluti di cotone e seta in colori dalle nuances spente che richiamano le atmosfere polverose dell'epoca non per questo si pensi che abbiano un aspetto povero e vecchio anzi presentano un impasto di coloritura molto bello ricco,vivace, ma elegante e ricercato sopratutto grazie alla cura dei particolari.
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