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Origine delle bandiere dei tornei cavallereschi e dello sbandieramento

 

L'arte dello sbandieramento nasce nel contesto dei tornei nelle corti europee medievali, ed in particolare nelle corti francesi, nel XIV secolo. 

Le insegne di famiglia nascono dove nasce la cavalleria, nell'Asia centrale delle orde nomadi. I nomadi delle steppe marcavano a fuoco i loro capi di bestiame con simboli diversi in modo che un solo animale, una mandria o un gregge che pascolavano nell'oceano d'erba, potessero essere attribuiti ad un proprietario. 

Il "feudo" era inizialmente un gregge (in certi luoghi delle alpi la pecora si chiama ancora oggi "feda") e non un territorio, assegnato per meriti militari ad un cavaliere dal suo capo orda. Quando il feudo diviene in seguito un bene immobile, analogamente ad un gregge o ad una mandria, portava un emblema di famiglia, che nel tempo, da marchio a fuoco, diventa un blasone e quindi una bandiera.

Questa evoluzione del "feudo", da gregge o mandria a terreni e castelli, avviene sia in Persia, sia fra i popoli germanici orientali che nel V secolo invasero l'Impero Romano stabilendosi ad occidente del Reno e oltre il Danubio. 

I re persiani del periodo sassanide furono i primi ad avere eserciti composti da nobili e dal loro seguito di armati. Ognuno di questi nobili portava un vessillo di riconoscimento contraddistinto da colori e figure stilizzate soprattutto di animali.

Dalla Persia, questa tradizione si diffonde alla Cina e dopo la conquista islamica, al mondo arabo. Durante le crociate le due tradizioni di radice comune: quella araba e quella germanica, si incontrano e si scambiano mode e tradizioni. 

Da questi incontri fra mondo islamico e mondo germanico nasce la tradizione cavalleresca medievale, e nel ceto borghese nascono le corporazioni delle arti, anch'esse con i loro emblemi. Si istituiscono feste -sia ricorrenze laiche che religiose- dove si inscenano corteggi, tornei e celebrazioni spettacolari in piazza e per le strade. 

 


Nel medioevo la nobiltà indulgeva nella caccia a cavallo e col falcone e nei giochi di abilita, dagli scacchi ai tornei, mentre la borghesia lavorava duramente, si istituirono quindi numerose feste, ricorrenze annuali che interrompevano la monotonia del lavoro quotidiano dei cittadini e dei contadini.

Con l'eccezione del giorno di maggio e del capodanno, tutte le altre ricorrenze avevano un carattere religioso, ma vi erano feste laiche, che celebravano matrimoni o vittorie militari nell'ambito della nobiltà e a queste partecipava anche il popolo minuto.

In Francia, nel XIV secolo, si era arrivati ad avere ben 50 giorni di festa all'anno oltre alle domeniche: quasi come oggi! Naturalmente le feste non erano pagate, quindi per i lavoratori non erano sempre allegre. Dopo aver adempiuto ai doveri religiosi, la gente aveva il resto della giornata libero. 

Si cantava e si ballava, si beveva e si attendeva a spettacoli viaggianti: teatrino e circo, si ascoltavano i cantastorie e si guardavano i saltimbanchi ed acrobati. A volte si mettevano in scena opere teatrali in strada e in piazza, che di solito erano a tema religioso essendo inizialmente legate strettamente alla liturgia. 

Ogni cittadina o villaggio avevano inoltre il loro giorno di fiera di solito in coincidenza col giorno del santo patrono. Potevano svolgersi nell'occasione, corse di cavalli lungo i borghi. Nella piazza si poteva giocare al pallone, si esibivano arcieri, balestrieri, lottatori. I giochi d'azzardo erano proibiti dalla chiesa, ma spesso non si obbediva a tali proibizioni. 

Il gioco d'azzardo piu' comune era quello dei dadi; nel XIV secolo arrivo' dalla Persia anche il gioco delle carte, ma questo non si diffuse se non dopo l'invenzione della stampa che sola poteva produrre carte identiche. 

Molti divertimenti della nobilta' erano proibiti ai cittadini lavoratori. La caccia non si poteva esercitare poiche' tutti gli animali selvatici appartenevano al conte che possedeva la terra, il bracconaggio era punito severamente. Durante il XIV secolo si pubblicarono molti manuali di caccia che illustravano il modo di catturare il cervo, il cinghiale, l'orso, la volpe e la lepre. 

La falconeria, inventata in Asia centrale, era il piu' nobile metodo di caccia. L'animale a terra poteva esser cacciato e catturato, ma gli uccelli che potevano volare piu' alti della portata di una freccia erano difficili a cacciare. Falchi ed aquile reali venivano addestrati alla caccia di questi uccelli. I cani li riportavano al cacciatore. Sia il conte che la contessa avevano i loro falchi da caccia e se li portavano spesso dietro persino al banchetto. 

Il torneo era uno sport per soli nobili, anche se tutti potevano essere spettatori. Questo antico gioco di guerra persiano si diffuse in Europa nel XII secolo. I primi tornei erano veri duelli con poche regole. Il perdente consegnava cavallo e armatura, per riaverli doveva pagare un riscatto. Per questo alcuni cavalieri erano professionisti del torneo. 

La chiesa si oppose ai tornei perche' pericolosi e quindi si introdussero regole che li rendevano meno cruenti. Si riconobbero tre tipi di tornei: uno in cui si usavano armi da guerra, uno in cui i contestanti usavano armi "di cortesia" che non ferivano, infine un tipo di torneo in cui si usavano vere armi ma dove si poteva interrompere il duello. Dispute personali potevano risolversi in un duello: 

i tornei piu' recenti erano giostre, combattimenti testa a testa fra cavalieri che tentavano di disarcionarsi a vicenda con lunghe lance. Un gioco tipicamente persiano illustrato in numerosi rilievi su roccia in Iran. Nel XV secolo si eresse una barriera e i cavalieri si scontravano correndo l'uno verso l'altro lungo i lati opposti della barriera. 

Mentre i cavalieri diventavano meno rilevanti in guerra, il torneo cesso' di essere un addestramento alla guerra, trasformandosi in uno spettacolo. Nel 1460 il re Renee d'Angio' scrisse un libro dove descriveva il metodo e le regole del torneo cavalleresco. 

Durante tutti questi spettacoli medievali si esibivano e si sventolavano una moltitudine di vessilli e bandiere portanti gli stemmi di case nobili; di corporazioni e di citta' e comuni, ma l'arte dello sbandierare non inizia che nella nostra epoca ed inizia in toscana, probabilmente ad Arezzo e a Siena nel contesto della giostra del Saracino, quindi del Palio di Siena.

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